La storia del Forlanini sembra arrivata ad una svolta: dopo anni di mezze notizie e, con grande spolvero, Zingaretti ha rivelato che nel F. sorgerà un “Tecnopolo” cioè un polo di eccellenza su approfondimenti e ricerche tecnologiche. Per anni , centinaia di cittadini e comitati, tra cui il comitato di quartiere di cui faccio parte, si sono mobilitati chiedendo che il F. rimanesse proprietà pubblica e mantenesse la sua vocazione sanitaria. La scelta di utilizzo rivelata è stata da molti accolta favorevolmente perché , per lo meno, mette mano alla riqualificazione del complesso, da anni in stato di abbandono e inserisce nel quartiere un’attività molto qualificata e con interessanti risvolti economici.
Il F. è stato costruito negli anni “30, per la cura della TBC, malattia per la quale non c’erano adeguate cure farmacologiche, si cercava di prolungare le aspettative di sopravvivenza dei malati, migliorando la qualità della loro vita con una dieta mirata ed una accoglienza in un ambiente confortevole. 300 stanze di degenza realizzate con una struttura ad anfiteatro, orientata a sud, ampie pareti finestrate per far entrare luce e sole, verande per sostare all’aperto, anche nei mesi invernali. Due teatri, una chiesa, una cucina ed una mensa degni di un albergo stellato, un parco definito ” cattedrale verde” museo, biblioteca, emeroteca, terrazzi. Ho sempre pensato che, se attualmente, qualcuno avesse avuto l’incarico di progettare una struttura adatta alle lunghe degenze, avrebbe progettato il F. Come comitato di quartiere abbiamo chiesto che il F. venisse utilizzato come struttura di accoglienza per ” le fragilità” : RSA, malati psichici o fisici, disagi abitativi o sociali. Persone che necessitano di degenze più o meno lunghe e per le quali una cura efficace è il miglioramento della qualità della loro vita, un’assistenza affettuosa oltre che qualificata. Abbiamo sognato di vedere i nostri giovani portare a spasso nel parco gli anziani e i disabili, abbiamo sognato che compagnie musicali o di teatro facessero spettacoli nei teatri alla presenza dei ricoverati e dei cittadini, abbiamo sognato che qualcuno decidesse di sposarsi nella chiesa per condividere la sua felicità con i malati, abbiamo sognato gli orti urbani. Per tutto ciò e molto altro il F. è adattissimo, per il tecnopolo ci sono decine di strutture adatte e disponibili. Zingaretti ha avuto la possibilità di fare una scelta da statista insieme colto e visionario. Si è comportato da amministratore di condominio. Che tristezza.
Augusta Lupinacci